La nuova facciata è pensata come un grande schermo traforato in pietra locale, (la stessa della Matrice) che assolve a varie funzioni; attua un sistema di schermatura frangisole delle vetrate della facciata esistente e contemporaneamente con la possibilità di illuminare in maniera differenziata la traforatura, come i pixel dell’immagine, permette il disegno e la proiezione di visioni collegate alla storia e alla tradizione della città, alle feste, agli eventi culturali e sociali.

Il progetto definisce in questo modo una stratificazione a vari livelli tutti presenti e memoria degli interventi che si sono succeduti nel tempo; riemerge così sia la facciata del convento demolito che quella egli anni 60, riunite nella nuova facciata.

Lo stesso trattamento viene infine effettuato sulla pavimentazione della piazza prospiciente il palazzo e la Matrice, in modo tale che dall’alto di S. Matteo si possa vedere di notte le immagini proiettate.